Canta secondo

29.07.2013 12:03

"Canta secondo una tutta sua intonazione e secondo una tutta sua
divisione del tempo. E anche secondo una tutta sua emissione
del suono. Alle volte rinuncia perfino al fiato, fa vibrare le corde
per contrazioni e rilasci… Evita l'armonia se non come momento,
momento di stanchezza, quando, come si direbbe in gergo,
si appoggia… I passaggi melodici sono, nel suo canto,
solo snodi, scalate di marce in curva sullo sterrato,
e accelerazioni a tre quarti dell'arco…
e la melodia è una nuvola di polvere, con la quale
un altro al suo posto comporrebbe un intero brano,
una continua lagna… Provoca in me questa osservazione:
che nemmeno il canto degli uccelli è melodico
(se non in pessime e debolissime narrazioni umane)...
e non è armonico il canto di parecchi uccelli
tutti assieme, né in libertà né in voliera...
Che altro? Canta come uno stambecco
che abbia annusato la presenza umana...
Quando canta ti senti più che rapita, ti senti rapinata…
Non è che ti dia qualcosa… alla fine hai l'impressione
che qualcosa ti manchi… Te l'ha, forse, sottratta?
Potrebbe fartelo credere, perché è gentile…
Si assume la responsabilità delle tue mancanze...
A me, un certo giorno, mancò lui…
La storia che sfilasse anelli e portasse via
gli orecchini posati sui comodini?
L'ho sentita… Non l'ho subita…
Perché scrivo questo?
Come cantante, escluse le canzoni, canterebbe tutto…"
(appunto-testimonianza di una cronista, che poi non scrisse il pezzo)