Appena abbattuto

13.03.2016 22:26

Appena abbattuto come un'allodola

(chi non si compiace della ferita aperta

nel petto piumato, a amore compiuto,

chi non si compiace?, chi non ha provato

a godersi morente con eroico disinteresse

ossia da vivo?)... La digressione

è un rivolo di sangue, che devia e s'allontana...

Appena abbattuto come un'allodola

mimetica più in morte che in vita,

caduta tra i colori della sua livrea,

i colori delle stoppie e della terra friabile,

chiara, assolata; e hanno subito sete,

l'allodola e tutta la terra e le stoppie, 

prese per sete con un miraggio,

con un trucco dell'uomo, l'irrigatore...

La digressione è rossa e brilla al sole...

Appena fatto l'amore, io sono quell'uomo

che ritira il suo tubo dal solco, e sono

l'allodola che vede il raggio colpire 

le schegge di vetro dell'acqua,

e inverte il suo volo, da verticale in picchiata,

a capofitto in se stessa (me stesso): rosa 

di penne e  becco, sparata in mezzo 

al suo proprio petto.

Non dimenticando il melograno,

del quale divento il frutto aperto,

i chicchi in digressione dallo squarcio.

La pace dell'amore appena (fatto) fatta,

e io sono, in pace, l'ultimo che muore.

 

(Ho immaginato una canzone 

ma non è questo il testo,

questo è solo il senso, 

 

che vola e cade al suolo)