1960 Cinema Nuovo

01.11.2014 17:37
1960 Cinema Nuovo
 
L'attrice – il personaggio interpretato
dall'attrice – se ne va, inquadrata 
di spalle, sulla strada, in mezzo alla 
strada, sulla linea continua, le auto
ai lati come se lei non ci fosse o fosse
solo funambolica ossia uno spettacolo
astratto che non crea problemi al traffico
sopra questa terra... il nero avanza
sullo schermo, dai quattro lati 
e dai quattro angoli, l'accerchia, lei è
nel cerchio che si chiude, si chiude
fino al nero totale. La percezione,
come in ogni film, ma qui di più, 
è che l'immagine sia quel che ci manca
(l'immagine astrusa, soprattutto)
e il sonoro sia quello che abbiamo: qui
la voce di lui fuori campo, fuori campo
ossia in platea, la voce di lui che è
morto un minuto fa, colpito da qualche
proiettile durante un parapiglia di spari,
una baraonda da cinema muto,
dilettantesca, comica; lei, come 
se lui fosse annegato (infatti lo è, 
nel sangue), gli è stata accanto come
chi siede sulla riva di un fiumiciattolo
(è lui che sta scorrendo via) o su un triclinio
tenendo  in mano l'uva (la testa di lui),
e gli ha sussurrato: "Ho letto un libro 
bellissimo, lo leggerai anche tu, si intitola 
☆☆☆☆" (noi non facciamo propaganda, 
assegniamo solo stelle al merito)...
"E ho visto un film bellissimo, si intitola 
☆☆☆☆, lo vedrai anche tu, e un bellissimo 
quadro di ☆☆☆☆, te lo farò vedere, vedrai, 
ce la farai". Lui  è morto scorrendo tra le dita
di lei, e subito è stato assunto nella saletta 
di registrazione, al cospetto del microfono, 
verso il quale,  con voce da cinema ora dice, 
fuori campo, sparito dalla vita dello schermo, 
mentre lei se ne va nell'altra scena, quella, 
appunto, di lei che se ne va, ora dice (lui), 
mentre un altro scomparso suona 
un sassofono baritono assai grave, ora
(lui) dice:
"Deve avere tanto, ma tanto, bisogno
di affetto per confessare quale è
il più bel libro che ha letto, il film 
più bello che ha visto, il quadro, le stelle.
Deve essere veramente senza forze,
deve avere solo queste due possibilità:
la resa e la confessione, appunto,
sfruttandole tutte e due. Cos'è una cosa
bella? È una cosa che va difesa. Come?
Chiudendola nel segreto. Confessarla
è delazione, così lei sta denunciando 
tutta una generazione. Una cosa da spia
per aver salva la vita e l'ultima scena.
Ogni generazione confessa a modo 
suo, tradendo a modo suo se stessa.
Questo succede quando un popolo 
diventa un pubblico. Si fanno nomi.
E le canzoni? Sai cosa significa cantare?
Significa questo: spifferare anche ciò 
che non sai, anche se nessuno te l'ha 
chiesto. Un continuo tradimento, 
una continua delazione, anche infame.
Perché chi sta ascoltando sia scoperto
e smascherato, il più delle volte come 
fesso, che la canzone ha bell'e sistemato". 
Assai grave il sassofono dissolve. 
Buio. La canzone, sui titoli di coda,
si avvia, come l'attrice, a diventare
celebre ossia a fare vittime così
come l'attrice. E il film finisce. Io soffio
nella busta  del cremino, la gonfio 

 

e la faccio scoppiare. Giornata libera.