A quest’ora è bellissima l’estate
perché annaffiano le ortensie dell’albergo,
le annaffia la ragazza che sa toccare i fiori.
Poi, col dito sulla pompa, si bagna i piedi
che le guizzano nei sandali da romana,
così anche lei guizza
in un verso di Catullo un po’ amoroso.
Poi bagna la siepe e risveglia quel profumo amaro
che quasi fa un solletico nel naso,
poi bagna la pavimentazione e l’acqua scorre
in un chiusino, ché c’è un’impercettibile
pendenza e l’acqua la rivela: a questo serve.
E sale un odore tiepido dal suolo, un po’ inebriante
per me come se avessi annusato chissà cosa.
A quest’ora è bellissima l’estate
perché la ragazza dei fiori annaffia i fiori
e io la guardo tra le sbarre, io da fuori
perché non sono un cliente dell’albergo.
Ho sedici anni e lei mi pizzica, tra le foglie d’alloro
che la guardo, e mi spruzza. E la storia s’è ripetuta
per parecchie sere, a quest’ora quando
l’estate è bellissima. Lei però, prima d’annaffiare
me e l’alloro, si guarda intorno e alle spalle
per vedere se qualcuno la vede, non vorrebbe.
Quindi è tra noi la cosa e lei mi guarda
come da sotto i petali, quegli occhi circospetti.
Perché è tra noi la cosa, al massimo noi e i fiori.
Io mi prendo le gocce a braccia aperte,
impugnando le sbarre alte nel cielo. Sì, lei sorride.
A quest’ora è bellissima l’estate
perché annaffiano le ortensie dell’albergo,
le annaffia la ragazza che sa toccare i fiori.
Poi, col dito sulla pompa, si bagna i piedi
che le guizzano nei sandali da romana,
così anche lei guizza
in un verso di Catullo un po’ amoroso.
Poi bagna la siepe e risveglia quel profumo amaro
che quasi fa un solletico nel naso,
poi bagna la pavimentazione e l’acqua scorre
in un chiusino, ché c’è un’impercettibile
pendenza e l’acqua la rivela: a questo serve.
E sale un odore tiepido dal suolo, un po’ inebriante
per me come se avessi annusato chissà cosa.
A quest’ora è bellissima l’estate
perché la ragazza dei fiori annaffia i fiori
e io la guardo tra le sbarre, io da fuori
perché non sono un cliente dell’albergo.
Ho sedici anni e lei mi pizzica, tra le foglie d’alloro
che la guardo, e mi spruzza. E la storia s’è ripetuta
per parecchie sere, a quest’ora quando
l’estate è bellissima. Lei però, prima d’annaffiare
me e l’alloro, si guarda intorno e alle spalle
per vedere se qualcuno la vede, non vorrebbe.
Quindi è tra noi la cosa e lei mi guarda
come da sotto i petali, quegli occhi circospetti.
Perché è tra noi la cosa, al massimo noi e i fiori.
Io mi prendo le gocce a braccia aperte,
impugnando le sbarre alte nel cielo. Sì, lei sorride.
Sorride a me, il resto è seriamente il suo lavoro.
Sorride a me, il resto è seriamente il suo lavoro.A quest’ora è bellissima l’estate
perché annaffiano le ortensie dell’albergo,
le annaffia la ragazza che sa toccare i fiori.
Poi, col dito sulla pompa, si bagna i piedi
che le guizzano nei sandali da romana,
così anche lei guizza
in un verso di Catullo un po’ amoroso.
Poi bagna la siepe e risveglia quel profumo amaro
che quasi fa un solletico nel naso,
poi bagna la pavimentazione e l’acqua scorre
in un chiusino, ché c’è un’impercettibile
pendenza e l’acqua la rivela: a questo serve.
E sale un odore tiepido dal suolo, un po’ inebriante
per me come se avessi annusato chissà cosa.
A quest’ora è bellissima l’estate
perché la ragazza dei fiori annaffia i fiori
e io la guardo tra le sbarre, io da fuori
perché non sono un cliente dell’albergo.
Ho sedici anni e lei mi pizzica, tra le foglie d’alloro
che la guardo, e mi spruzza. E la storia s’è ripetuta
per parecchie sere, a quest’ora quando
l’estate è bellissima. Lei però, prima d’annaffiare
me e l’alloro, si guarda intorno e alle spalle
per vedere se qualcuno la vede, non vorrebbe.
Quindi è tra noi la cosa e lei mi guarda
come da sotto i petali, quegli occhi circospetti.
Perché è tra noi la cosa, al massimo noi e i fiori.
Io mi prendo le gocce a braccia aperte,
impugnando le sbarre alte nel cielo. Sì, lei sorride.
Sorride a me, il resto è seriamente il suo lavoro.