RACCOLTO DELL’ORTO

30.05.2024 11:24

Come s’io fossi l’estate

vissi 

la stagione degli ortaggi

C’era un qualche senso,

un significato?

Nessun percorso contorto:

portavo i prodotti

del mio orto

al mercato,

al pubblico il pubblicato  

 

Zappettavo la tenera

terra delle aiuole

nelle quali,

oltre tutt’e cinque le vocali,

scorrazzavano in fiore

le mie parole,

che poi vendevo a ceste,

a sporte, anche in mazzo,

anche come cantabili e disoneste

parolette per oneste teste di cazzo

(Dicevo al pubblico da sveltina:

“Voce in alto, questa è una rapina”

Mai senza 

di te, mia delinquenza,

sempre a me vicina)

Vi siete divertite

con me, o mie vite

 

Che poi se stai fermo, giro dopo giro,

le rondini sfrecciano sempre più vicino

per capire, credo, se sei o no un moscerino

O forse, chissà, 

un tetto con le tegole

sopra le tue fregole

Mah                       

 

I peperoni che aprendoli risuonano 

come cattedrali tagliate in due 

Poi fai a fettine l'eco    

 

Le cipolle hanno sette veli 

Spogliale e li vedi,

sono sette

Ma il pedante dice che 

così non è

Ma il pedante non sa

che dopo il settimo c’è 

tonda tonda la nudità

di Salomé, bubù sèttete,

da far schizzar le lacrime      

 

L’aglio 

è un magio

di grande lignaggio,

è uno spicchio discendente  

direttamente dal suo turbante

L’anima o un sesso verde gli spunta

germogliante e impertinente 

Sia quel che sia si presta

a illazioni umoristiche: 

quella cosa va tolta 

perché indigesta               

 

I sedani: 

quei fili sono le redini

o sono le code, i crini

dei sedani cavallini?

Op op op il sale il pepe l’olio

E io sono il cavaliero

del cazzimperio                    

 

Ho sgusciato i fagioli

(erano i borlotti?)

in altri tempi

Sento ancora i piccoli botti

quando il fagiolo cade

(in una zuppiera?

cos’era?)

Era giovane mia madre

Da ogni baccello cade

un tamburo di lacrime             

 

Il carciofo

infatti gli somiglia

A chi?

Al tipo loffio

che ha per testa un carciofo

(So chi è, lo conosco)

 

Il pomodoro 

dalla polpa urlante

E il succo gocciolante 

è il coro                           

 

Il pisello, mi chiedo,

per quali iperboli stolide

starebbe per ‘uccello’

Invece è, ma certo, 

una così dolce clitoride

lassù nel baccello

aperto